Quanti insegnamenti da una giornata in Natura con i bambini

La Natura può essere una grande maestra per i bambini ma può insegnare altrettanto a noi adulti, può regalarci sguardi inediti sui bambini, sulle loro potenzialità e relazioni, così come sui loro bisogni di gioco.
Ci fa piacere condividere alcune riflessioni nate in occasione di uscite scolastiche con bambini di nido e scuola dell’infanzia, in contesti di natura gestiti da operatori professionisti, quali fattorie didattiche o boschi con proposte di esperienze.
Immaginiamo di arrivare in un luogo che presenti differenti attrattive, alcune caratterizzate da proposte di laboratorio, altre invece non governate dagli adulti, dove i bambini, in quei tempi che noi consideriamo di “intervallo”, sono a contatto in modo spontaneo con l’ambiente.
Se nelle proposte di laboratorio i bambini sono coinvolti a partire da quanto l’adulto immagina di far loro conoscere e le dinamiche dei gruppi sono simili a quelle del contesto scolastico, al contrario nei tempi di esplorazione libera ricorrono alcuni atteggiamenti che meritano di essere approfonditi.
In primo luogo colpisce quanto, pur in un ambiente estraneo alla loro quotidianità, i bambini sappiano riconoscere quanto di buono e generoso può offrire un qualsiasi prato: ed eccoli improvvisare corse che hanno il sapore di un sentimento di libertà ritrovato, eco di un ancestrale istinto di sentirsene parte. Ogni bambino infatti ha conosciuto “un prato”, porta cioè con sé l’immagine archetipica del prato, e l’atto spontaneo di correrci a perdifiato assume quasi la valenza di un rituale, che non ha bisogno di alcuna cerimonia ufficiale per essere tramandato da una generazione all’altra.
In quella corsa si sprigiona l’energia della massa, del percepirsi tanti e uniti da un obiettivo condiviso: attraversare il prato, correrci sopra, arrivare fino a dove ce la si fa, cadere e ridere…
Nei luoghi di natura spesso non mancano boschetti o veri e propri boschi, accessibili senza particolari precauzioni. Anche in questo osservatorio i bambini sembrano depositari di un sapere innato che consente loro di riconoscere che di quei boschi si possono fidare, e allora li si vede addentrarsi fra gli arbusti senza esitare, a piccoli gruppi, zigzagando curiosi e attenti. Nell’ignoto territorio di alberi, fogliame, rami spezzati, sassi, terreno sconnesso, i bambini sembrano non conoscere la paura.
Del bosco percepiscono immediatamente il potenziale ludico, come se le tante storie ascoltate e le illustrazioni degli albi sfogliati avessero creato una memoria sensoriale che dà loro fiducia in quell’ambiente.

Chi tenendo per mano un amico, chi per conto proprio, con orecchie e sguardi sempre in movimento, tutti entrano in un intenso dialogo con il luogo, attraverso il toccare, il guardare da vicino, l’ascoltare, l’annusare…
La fase successiva di solito è la raccolta di reperti, dei quali è difficile dire cosa potrà o non potrà entrare nel pullman per fare ritorno a scuola. Nessun elemento infatti è stato raccolto per caso, ognuno merita di essere portato con sé: foglie di diverse dimensioni e colori, bacche, cortecce, muschio, ma anche legnetti piccoli e sottili o grossi rami…
È curioso come i bambini, tutti i bambini portino con sé questo desiderio di collezionare frammenti di mondo; ma ancora più interessante è constatare che l’interesse per le raccolte non è effimero, al contrario può essere segno premonitore di intenzioni di ricerca di lunga durata o di collezioni da definire nel tempo.
Da dove verrà la fiducia che i bambini mostrano per gli ambienti boschivi, quando tanti adulti hanno paura persino di entrare in un campo di grano?
Ma non è solo la straordinaria capacità dei bambini di sentirsi parte di un luogo di natura a fare riflettere. Ci sono altri aspetti del loro comportamento che danno da pensare, in tale contesto.
Bambini che solitamente a scuola richiedono la costante vicinanza dell’insegnante e la sua mediazione, una volta in natura rivelano intraprendenza nell’esplorazione in autonomia, talmente coinvolti dall’esperienza da dimenticare la presenza dell’adulto. A volte sembra quasi che in natura i bambini ci svelino parti di sé fino a quel momento rimaste nascoste.
Forse le caratteristiche dei luoghi naturali sanno mettere i bambini a loro agio, sostenendo appieno la loro dimensione esistenziale privilegiata – quella sensoriale, percettiva, motoria – nel rapporto con il mondo?
Ebbene, pare proprio di sì, al punto che spesso accade di vedere che persino i legami tra i bambini stessi si spariglino rispetto alle consuetudini scolastiche, mandando in frantumi le teorie sui gruppi fino ad allora elaborate dagli insegnanti.
Così, mentre li guardi muoversi spontaneamente in un campo, dissertare su mucchi di soffioni, trovare in un fossato il luogo ideale per una congrega, preparare nidi per uccellini che hanno perso la loro casa e poi di nuovo correre con la gioia nei piedi, ti domandi perché non hai pensato di organizzarla prima quella gita, e soprattutto come farai a portarti quel bosco in classe perché ti riveli cose nuove ogni giorno e dia modo ai bambini di scoprire chi sono.

Gita

CdA